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Bucharest International Air Show 2019

Si è svolta il 24 agosto l’undicesima edizione del Bucharest International Air Show, l’airshow più grande della Romania, tenutasi sull’aeroporto di Bucharest Baneasa, l’aeroporto commerciale più vicino al centro della capitale rumena e riservato a soli voli executive e agli aerei diretti all’azienda di manutenzione Romaero.

Il mio obiettivo principale era riuscire a vedere gli anziani caccia MiG-21 (di cui la Romania è uno degli ultimi operatori europei, insieme a Croazia e Serbia), ma in volo si sono esibiti tutti i modelli di aeromobile in servizio nella Fortele Aeriene Romane, oltre a numerosi mezzi civili e storici.

L’airshow si è aperto in maniera soft, con l’Aeroclubul Romaniei che ha mostrato in volo molti dei suoi mezzi.
Eurocopter EC120 Colibri

Piper PA-34 Seneca V (l’immagine sulla coda raffigura l’ingegnere Henri Coanda, scopritore dell’effetto fluidodinamico che porta il suo nome e inventore di un mezzo di cui vi parlerò alla fine)

Tecnam P2006T (l’immagine sulla coda raffigura Aurel Vlaicu, uno dei primi aviatori rumeni, a cui è dedicato l’aeroporto di Baneasa)

Formazione di Cessna 172

Formazione di aerei Zlin (in testa uno Zlin 242, affiancato da 2 Zlin 142 e un acrobatico Zlin 50 in separazione)

Lo Zlin 50 ha eseguito alcune acrobazie soliste

Gli altri 3 Zlin

Coppia di motoalianti IAR 46

L’INCAS (Institutul National de Cercetari Aerospatiale – Istituto Nazionale di Ricerca Aerospaziale) ha esibito in volo un Beechcraft King Air e un Britten-Norman Islander

Il King Air era dotato di pod per ricerca

L’Islander ha effettuato qualche manovra “tirata”

Una grossa formazione di elicotteri IAR 330 ha fatto la sua comparsa in aeroporto, per poi mettersi “sull’attenti” davanti al pubblico per il passaggio della bandiera. Lo IAR 330 è una versione costruita su licenza del francese Aerospatiale Puma. Erano presenti sia in versione normale sia in versione SOCAT, variante da combattimento con l’aggiunta di una torretta sotto il muso e lanciarazzi.

Passaggio della bandiera

E finalmente il momento più atteso… il decollo del MiG-21! La Romania ha in servizio la versione MiG-21 LanceR C, variante del MiG-21MF-75 (nome in codice NATO “Fishbed-J”) aggiornata dall’israeliana Elbit e dalla rumena Aerostar con avionica moderna e possibilità di usare carichi bellici occidentali, e specializzata nella superiorità aerea (la variante LanceR A, specializzata nell’attacco al suolo, è stata ormai ritirata).

“Quanti MiG-21 c’erano?” “Sì”

Ha effettuato un passaggio anche un MiG-21 LanceR B, upgrade della versione biposto da addestramento MiG-21UM (nome in codice NATO “Mongol-B”).

Due Antonov/PZL An-2 hanno portato in quota i paracadutisti dell’Aeroclubul Romaniei

IAR 99 Soim (falco), aereo da addestramento e attacco leggero, controparte rumena del nostro MB.339

La pattuglia acrobatica civile rumena Hawks of Romania su aerei Extra 300 ha effettuato un passaggio con un A318 della compagnia di bandiera TAROM

Gli Hawks of Romania si sono ovviamente esibiti anche da soli

Pattuglia acrobatica civile lettone Baltic Bees su Aero L-39 Albatros

Il campione acrobatico lituano Jurgis Kairys su Sukhoi Su-31

No ma fallo qualche avvitamento eh

Duo acrobatico volovelistico White Wings su alianti IAR IS-28

A fare acrobazie in aliante anche il nostro Luca Bertossio con il suo Swift S-1

Dal punto di vista degli aerei storici, si è dovuta purtroppo registrare la defezione all’ultimo momento dell’unico Lisunov Li-2 (versione costruita su licenza in URSS del DC-3) volante rimasto al mondo.
Si sono comunque esibiti 2 aerei da addestramento comparabili al nostro MB.326.
Soko G-2 Galeb, costruito nell’allora Yugoslavia

Aero L-29 Delfin (nome in codice NATO “Maya”), primo jet costruito nell’allora Cecoslovacchia e principale aereo da addestramento delle forze aeree del Patto di Varsavia fino all’introduzione del successore L-39 Albatros

Elicottero Kamov Ka-26 (nome in codice NATO “Hoodlum”), pensato principalmente per l’uso agricolo (ma che, fortunatamente per il pubblico, si è limitato a spargere acqua!) I 2 pod a fianco della fusoliera contengono ciascuno un motore radiale Vedeneyev M-14, lo stesso usato dagli Yak-52, e come tipico degli elicotteri Kamov monta 2 rotori controrotanti sovrapposti.

Yakovlev Yak-52 (costruiti dalla rumena Aerostar), tuttora usati come aerei da addestramento dall’Aeronautica Rumena.

Durante l’evento tattico, un gruppo di paracadutisti ha simulato di subire un agguato da un gruppo di tecniche ostili. In loro supporto è intervenuta una coppia di IAR 330 SOCAT…

…con la copertura aerea di una coppia di F-16, mezzo che andrà a sostituire il MiG-21.

Touch and go di un anziano C-130B Hercules

Raro Antonov An-30 (nome in codice NATO “Clank”), variante da ricognizione e aerofotogrammetria dell’aereo da trasporto An-24. La Romania lo usa nell’ambito del trattato di ricognizione reciproca Open Skies.

C-27J Spartan

L’esibizione era ben diversa dalle acrobazie a cui ci ha abiutato l’RSV, concentrandosi più sulle capacità operative del mezzo (decolli e atterraggi corti)

Esibizione di una coppia di IAR 316, versione costruita su licenza del francese Alouette III

Dimostrazione di uno IAR 330 “slick”

Nel pomeriggio molte esibizioni si sono ripetute, e, complice anche la pista ormai controluce, ne ho approfittato per un giro della statica.
Verso l’imbrunire sono tornato in posizione: il BIAS è diventato famoso anche per includere alcune esibizioni notturne, con abbondanza di lanci di flare!
Hawks of Romania al tramonto

Paracadutisti

IAR 330

MiG-21 LanceR C

White Wings

Purtroppo non sono riuscito a salvare niente dell’esibizione notturna di Jurgis Kairys, che comprendeva uno spettacolo pirotecnico e “muri di fuoco” in stile airshow americano.

Il passaggio di un C-27J ha messo fine a 12 ore ininterrotte di airshow.

Giusto una curiosità dalla statica: il mezzo in foto è una replica (fortunatamente non volante!) del biplano costruito da Henri Coanda nel 1910 e presentato al Salone Aereo di Parigi dello stesso anno. Secondo Coanda, montava un compressore propulso da un motore a pistoni, e a valle del compressore c’era una camera di combustione per incrementare la spinta (soluzione nota come motoreattore, che ha avuto comprensibilmente scarso successo, finendo montata solo su pochi aerei tra cui l’aereo sperimentale italiano Campini-Caproni CC2). Successivamente però molti hanno sollevato dubbi sul fatto che montasse una camera di combustione a valle del compressore, sostenendo quindi che si trattasse di una semplice ventola intubata. Molti dubbi ci sono anche sul fatto che abbia effettivamente volato: Coanda sosteneva di aver effettuato un singolo volo, accendendo per sbaglio il motore durante una prova. Durante questa prova notò che i gas in uscita dal motore tendevano ad aderire alla superficie convessa della fusoliera (effetto poi noto appunto come effetto Coanda), causandone l’incendio e quindi la distruzione. Molti dubitano anche di questo volo, ma qualora tutte le affermazioni di Coanda fossero vere, si tratterebbe del primo aereo a reazione della storia.